Sabato 3 Marzo alle ore 17,30 a Palazzo Pfanner terzo incontro ad ingresso libero del ciclo di conferenze:“Il lato nascosto della Musica”.
Che il suono e la musica abbiano un’influenza su di noi è una delle prime cose che sperimentiamo: gli esperti ci dicono che già nel grembo materno siamo sensibili a stimolazioni sonore e musicali e questa azione formativa, importante per lo sviluppo cognitivo, emotivo, relazionale dell’individuo, continua e si intensifica con la crescita, tanto che ad oggi si è riscoperto il valore dell’educazione musicale per lo sviluppo complessivo della persona.
Diciamo “riscoperto”, perché del potere modellante della musica, del suo ruolo didattico e terapeutico erano a conoscenza già molti secoli fa civiltà come quella egizia, greca, cinese, che riconoscevano a quest’arte un predominio nella formazione dell’individuo e addirittura le attribuivano una funzione sacrale di elevazione dell’anima attraverso l’ascolto delle opportune melodie e tonalità.
L’essere umano è un insieme complesso di corpo e coscienza, di soma e psiche, perciò, per riuscire a cogliere l’effettiva portata dell’influenza della musica, bisogna tenere conto di questa struttura multiforme. Come è possibile infatti che la musica sia così potente nel generare emozioni differenti, nel promuovere riflessioni, intuizioni, insomma, che sia in grado di modellare in profondità la persona? Dove si verifica la ricezione del suono?
Nel “Trattato di musica e melurgia archeosofica” viene specificato che il luogo in cui avviene la percezione, la coscienza e l’elaborazione della musica è l’anima, intendendo con questo termine genericamente la parte spirituale dell’essere umano, l’anima intesa come luogo della coscienza.
Dalla fenomenologia della percezione acustica sappiamo che nel processo dell’ascolto la vibrazione da meccanica si fa elettrica, ma questa trasformazione non sarebbe sufficiente a determinare l’elaborazione cosciente del suono, perché la vibrazione sonora, per poter assumere una valenza di carattere emotivo, intellettuale o spirituale che sia, deve giungere alla coscienza, quindi deve corrispondere ad una determinata gamma. Il suono passa alla coscienza allorchè la vibrazione cambia “natura” ulteriormente, convertendosi in una vibrazione psichica.
Si può pensare che questo fenomeno si verifica in virtù del fatto che tutto ciò che esiste è materia in vibrazione, secondo una distinzione di grado e di frequenza. Dallo studio della costituzione invisibile dell’uomo e della donna sappiamo che l’essere umano è composto di materia fisica con una sua frequenza vibratoria, ha una struttura emotiva dalla vibrazione più sottile che compenetra la precedente, una struttura mentale necessaria per produrre pensieri dalla frequenza ancora più rapida, e possiede una parte spirituale; diversi piani di percezione, ma collegati l’uno all’altro, perché costituiti di un’unica materia a frequenza vibratoria differente, che consente le molteplici espressioni dell’essere umano in termini di azione, emozione e pensiero.
Anche il suono ha una natura complessa per cui manifesta una corrispondenza sul piano fisico come onda sonora e ha una sua controparte psichica e spirituale. “All’acustica – si legge ancora nel “Trattato di musica e melurgia archeosofica” – fa seguito una metafisica del suono. E’ questa la grande realtà che si prospetta al cercatore della Verità”. La natura metafisica del suono può fungere da tramite nei vari piani della coscienza.
Esiste una interdipendenza tra corpo e psiche, tale che una sensazione fisica si traduce in una percezione emotiva e richiama un certo pensiero, viceversa un’idea, una preoccupazione, un’emozione negativa si ripercuote in un malessere fisico, secondo un processo somato-psichico e psico-somatico.
La vibrazione sonora è in grado di spezzare i legami della materia, basti pensare al bicchiere di cristallo mandato in frantumi dall’acuto di un soprano e a tutte le altre sperimentazioni sulla materia e sull’acqua, solo per fare un esempio.
Tali sperimentazioni hanno reso visibile un meccanismo che appartiene al potere del suono, ovvero quello di andare ad agire sulla vibrazione della materia. Se ciò avviene in modo così evidente con la materia più grossolana, che è quella fisica, possiamo immaginare che l’interazione con le vibrazioni più sottili – energetiche e spirituali – che costituiscono l’individuo, sia ancora più marcata.
Secondo la dottrina archeosofica emozioni, sentimenti, pensieri hanno una loro struttura energetica, sono fatti di materia dalla vibrazione più o meno rapida, possono essere percepiti come luci, colori e anche suoni e sono soggetti al potere modellante della musica.
Su questa linea più genuina di musica sacra si è sviluppata in modo innovativo la musica archeosofica, che concepisce la musica come melurgia, ovvero come azione della musica e del canto nell’interiorità della persona, per risvegliarne le potenzialità latenti e le aspirazioni di ordine superiore.
INFO: Fabio 3288375214 – sezione.lucca@gmail.com
CICLO DI CONFERENZE il Sabato ore 17,30 a Palazzo Pfanner, Lucca:
27 Gen Le invisibili corde dell’anima
03 Feb Le 4 ottave della voce umana
03 Mar Musica per l’armonia dell’anima
21 Apr La legge del 7 e dell’Ottava
19 Mag I misteri della voce umana
16 Giu La scienza della musica

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