IL LIBRO EGIZIANO DEI MORTI

IL LIBRO EGIZIANO DEI MORTI

Uno dei principali aspetti che ha caratterizzato la società e la religione egiziana è la preoccupazione per il futuro che aspettava l’anima nel Regno dei Morti.

Nella tomba insieme alla mummia seppellivano un lungo rotolo di papiro illustrato e scritto, il cosiddetto Libro dei Morti, un libro sacro che era considerato come un talismano dotato di virtù magiche, capace di aiutare l’anima del defunto durante le sue esperienze del dopo morte. Era un rotolo lungo dai 3 ai 4 metri, di 160 capitoli circa, una sorta di monologo di preghiere e invocazioni che il defunto rivolgeva agli dei e agli aiutatori celesti. Queste invocazioni erano poi lette dal sacerdote durante il rito funebre; sacerdote che dopo la lettura entrava in uno stato di trance e contattava il defunto aiutandolo nel suo viaggio in quel mondo crepuscolare.

Già da vivi era diffusa l’idea di sperimentare un confronto diretto con il “problema morte”; nei misteri egiziani di Iside e Osiride, dopo una lunga preparazione che serviva ad ottenere le virtù, la purificazione e le facoltà necessarie per affrontare la grande impresa, il discepolo si lanciava nella conoscenza sperimentale dei mondi invisibili, in modo da essere preparati quando si sarebbe verificato l’appuntamento finale.

Lunedì 20 Aprile ore 21,15 a Palazzo Pfanner in via degli Asili 33 si terrà un incontro ad ingresso libero dove tratteremo di questo testo, descrivendo  il percorso del post-mortem secondo la tradizione egiziana con Franco Naldoni, esperto di Egittologia.

INFO: Fabio 3288375214 – sezione.lucca@gmail.com

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